Quando giocavo a football all’università il nostro allenatore Coach Carpenter ogni tanto fermava l’allenamento per fare uno dei suoi famosi discorsi motivazionali. “Prendete un ginocchio ragazzi, levatevi i caschi e ascoltate. Continuava con le sue frasi che pensavamo fossero inventate da lui. “Ricordatevi che nessuno in questa squadra è un’isola!” oppure in estate ci diceva, “quando fa troppo caldo per le altre squadre avversarie, per noi sarà la temperatura giusta!”
E in inverno a Novembre che cosa ci diceva? Indovina.
“Quando fa troppo freddo per le altre, per noi sarà la temperatura giusta!”
E’ stato buffo perché quando ero nel mio primo anno (di quattro) dell’università quando rientravamo nello spogliatoio dopo allenamento, lo prendevamo in giro sotto mentre facevamo la doccia. “Uomini nessun uomo è un’isola!” e poi ci spaccavamo con le risate!
Nel secondo anno, lo prendevamo in giro un po’ meno. Nel terzo ancora meno e nel quarto anno, non lo facevamo più. Noi “seniors” (giocatori/studenti nel quarto anno di studio) vedevamo i giovanotti prendere Coach Carp in giro come facevamo noi al nostro tempo. Perché non lo prendevamo più in giro? Perché ci eravamo conto che Coach Carp ci stava insegnando non solo che atteggiamento avere non solo per vincere le partite, per vincere in campo, ma ci stava insegnando come vincere nella vita.
Ho apprezzato quelle frasi e quegli “interventi motivazionali” del mio coach solo negli anni a seguire. Apprezzavo molto il fatto che ci voleva trasmettere delle nozioni che ci sarebbero essere state d’aiuto nelle nostre vite. Mi ricordo di lui con grande affetto e gratitudine. Dopo la sua scomparsa qualche anno fa, un altro dei nostri allenatori ci diceva che Coach Caro non si è mai considerato solo un allenatore, ma un educatore che voleva aiutare “i suoi ragazzi” a crescere e a diventare uomini.
Nella mia vita e nei vari lavori che ho avuto fortunatamente ho avuto diversi capi che andavano oltre il loro ruolo per essere anche i miei mentori che mi hanno insegnato tante cose utili della vita. Oltre al mio coach, c’erano anche Sergente Richard, Les Hawthorne, Bill Hall, Charlie Denson, Gary De Stefano, Elliott Hill per nominarne qualcuno.
Morale della storia
Più che un morale di questa storia, è più una domanda che mi viene da farti, una domanda che mi sono sempre fatto a me stesso quando in azienda gestivo delle persone.
Che cosa i tuoi collaboratori si ricorderanno di te in futuro, magari quando vanno a lavorare altrove o forse anche tu? Come vuoi che si ricordino di te? Come il loro capo e basta? O come qualcuno che li ha insegnato qualcosa, qualcuno che li ha lasciato qualcosa?
Oltre alle responsabilità che hai nel tuo attuale lavoro come imprenditore, manager o responsabile, che cosa vorresti lasciare ai tuoi collaboratori?
Ognuno ha il suo modo di vedere le cose, ma la mia esperienza mi ha insegnato che sono una serie di domande su cui vale la pena riflettere.
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